L’ALTRA FACCIA DEI SOGNI Gen '17
Julia sapeva benissimo cosa voleva.
Voleva vedere il mare, comperarsi dei vestiti, avere una stanza tutta per sé e imparare a guidare l’auto, con relativa patente.
Julia aveva tredici anni e già aveva deciso che il suo futuro sarebbe stata l’Italia. Poi, quando avesse raggiunto quegli obiettivi ( punta di un iceberg di desideri ) ebbene, allora sì, sarebbe ritornata là da dove era partita, nell’ anonima città che l’aveva vista nascere, in uno di quei paesi che una volta erano tasselli della grande Unione Sovietica.
Là viveva la sua famiglia, tutti compressi in tre stanze che nessuno trovava la forza di abbandonare, ma Julia quella forza ce l’aveva, eccome!
C’era nata con quella forza, quella determinazione di contare solo su stessa, paladina di aspirazioni impossibili.
Sarebbe tornata e avrebbe sbattuto in faccia a tutti, la sua vita da “ italiana “ che veste firmato, ha la pelle abbronzata e possiede un’ automobile. Ma prima di partire aveva frequentato dei corsi per parrucchiera, così in Italia avrebbe cercato lavoro in quel settore, e magari, in seguito, avrebbe potuto aprire un salone tutto suo.
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Sotto le stelle la bella Julia aspetta il prossimo cliente. La sua tariffa è alta, se lo può permettere. Non tutti i clienti possono permettersi lei.
Vasily la tratta con un certo riguardo, non è duro come con le altre, forse perché Julia è il suo investimento migliore o forse perché ne è un po’ innamorato. Per lei vuole clienti di un certo tipo, stato sociale alto-borghese e lui che ormai è entrato nel giro giusto non ha difficoltà a procurarglieli.
Gli incontri avvengono nel piccolo appartamento che Vasily ha preso in affitto per la ragazza: al cliente che paga di più, viene offerto di più. Poche stanze arredate con gusto sicuro, niente che faccia pensare ad un’alcova, nessuna premessa che suggerisca una banale volgarità. E poi non devono mancare i fiori freschi. ”Uno o due vasi di fiori freschi cambiano tutto quanto”-dice Julia a Vasiliy- “ mi fanno sentire meno sporca.”
Vasily non risponde: sa benissimo quanto sia controproducente sottovalutare certe richieste. La sua “numero uno” è come una puledra di razza, con lei il bastone non funziona e un mazzo di fiori val bene un cliente soddisfatto!
A volte però Julia vuole scendere in strada, come le altre, sotto le stelle.
Vuol guardare in faccia la realtà e dire a quelle stelle, che da lassù la guardano beffarde, che la partita per lei non è ancora chiusa. Poi manda indietro la testa, come un gesto di sfida al mondo intero.
“ Prima o poi convincerò Vasiliy a lasciarmi andare. Prima o poi dovrà rendermi la mia vita…”.
Ingenuo tentativo di sciogliere la presa, tempo addietro, aveva insistito caparbiamente per una breve visita alla sua famiglia.
“Concedimi pochi giorni..” continuava a chiedere, al di là di ogni ragionevole timore.
Alla fine lui aveva ceduto, ma alle sue condizioni: ”E va bene, ma non andrai certo da sola, sennò chi ti rivede più? Verrò io con te, mi prenderò una specie di vacanza”.
Seduta sull’aereo accanto a lui, che del tutto rilassato, i modi gentili, le chiedeva di amici e parenti, Julia imponeva a se stessa di vedere quell’uomo non come le appariva in quel momento ma com’era in realtà , cioè un carceriere implacabile.
“Dirai che sono il tuo fidanzato.”
Era un ordine.
“Ma se hai vent’anni più di me!”
Replicare, replicare sempre, per principio.
“E allora?”
Fine del discorso.
Non guardava mai indietro Julia, nessuna moviola per rivivere e maledire il momento in cui la sua vita aveva preso quella piega. Era come se un cancro le si fosse appiccicato addosso senza che lei riuscisse a liberarsene, ma non serviva recriminare.
Certo, le cose in Italia non erano andate come lei si aspettava, proprio no.
Le si erano parate davanti difficoltà insormontabili per richiedere quei documenti che le avrebbero consentito di trovare un’occupazione regolare e, paradossalmente, senza un lavoro regolare non poteva ottenere i documenti. Così andava avanti solo con lavori occasionali e saltuari, grazie al passaparola.
Era entrata anche lei a far parte di quel sottobosco di umanità senza alcuna prospettiva.
” Bisogna aspettare la sanatoria…” le dicevano all’Ufficio Immigrazione.
Ma quando ?...Quando? Tanta incertezza fagocitava ogni progetto. Eppure, in tutto quel vuoto, il sogno nel cassetto di Julia continuava a risplendere di luce propria e più la delusione si faceva cocente più il sogno brillava.
E poi c’era Olga, la parrucchiera: per qualche giorno al mese Julia lavorava lì. Allora le mille incognite della sua esistenza si dissolvevano e la speranza tornava a riempirle il cuore.
Finché un giorno era arrivato Vasiliy.
Era entrato nel negozio di Olga ”per una sforbiciatina veloce” e subito aveva puntato la ragazza nuova.
“ E questa bellezza dove la tenevi, Olga?”
“ Lascia perdere Vasily, questa è una brava ragazza” – Olga aveva cercato di smorzare ogni interesse da parte dell’uomo, ma inutilmente.
“ Voglio che sia lei a tagliarmi i capelli – aveva infatti preteso Vasily, andando diritto allo scopo – vediamo se è brava quanto bella! “
“ Tagliagli anche la testa, Julia, il mondo te ne sarà grato” – aveva ribattuto Olga in tono aspro, ma non erano bastate quelle parole a mettere in guardia la ragazza ed evitare che cadesse nella tela del ragno.
“ Ci sono uomini che pagherebbero oro per avere la tua compagnia. Non c’è niente di male a puntare sulla propria bellezza; sarà sufficiente qualche cena al lume di candela , qualche moina e in poco tempo avrai i soldi per il tuo salone, e riguardo ai documenti non c’è problema, ho parecchie conoscenze.”
Questo le aveva detto Vasily.
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IL cliente che Julia sta aspettando posteggia la Mercedes poco distante dal caseggiato n°18.
L’ interno 7, che lui già ben conosce, lo avvolgerà per un paio d’ore in un’atmosfera di assoluto piacere. Eleganza, discrezione, privacy totale.
Vede Julia davanti al portone: sta fumando una sigaretta. E’ stupenda quella ragazza e a lui un po’ dispiace pensarla costantemente in vendita, ma si sa, così è la vita!
“ Olà, come mai stai fuori al freddo?”
“ Ogni tanto ho bisogno di respirare anch’io” – lei risponde in tono un po’ seccato, ma poi gli sorride, lo prende sottobraccio ed insieme si avviano verso l’ascensore.
“ Sei una donna speciale, Julia, e io stasera mi sento particolarmente generoso…”
‘Una donna speciale’, certo.
Julia torna ancora con il pensiero all’unica volta che aveva rivisto la sua famiglia, agli sguardi di ammirazione e di invidia che aveva sentito su di sé.
Julia arrivata in aereo, Julia che aveva elargito denaro un po’ a tutti , che aveva esibito abiti firmati veri, un fidanzato e una patente presunti e un’abbronzatura ottenuta con gli spray, tutto come previsto.
”Perché Julia è una che non molla- diceva sua madre alle vicine, ostentando orgoglio- Julia quello che vuole ottiene.”
Ma come? Come?
E intanto scrutava la figlia, come volesse leggerle nel cuore.
Come ferri roventi sulla pelle, le risposte negate.